Archivio per Viaggio

Every road tells a story

Posted in Europa, I nostri viaggi with tags , , , , on settembre 24, 2010 by guatantavara

This is the story of a meeting. It was made of persons and visions, minds and hearts, footsteps and memories. It left inside us some little things, too close to forget.
I’d like to keep a track.

Chapter One

Far along the roads of Vilnius

Vilnius looks like a tale, told by no one, listened by everyone

flickering reflections hidden into our memories,

Vilnius appears and vanishes like an invented tale, told forever and ever,

Vilnius finds itself and gets lost like a faded tale, told somewhere and nowhere.

A timeless tale, existing for your eyes only

Suspended in the backlighting of our nightlong thoughts

Dream story - Doppio sogno

Along the roads of Vilnius you can find tracks of non-existent times

Behind the roads of Vilnius you can find tracks of ever-existent colours

Inside the roads of Vilnius you can find tracks of almost grown out hopes

may be shadows

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Guatan Tavara is a long tale.
It tells about a road that goes through some towns that go through some spaces that span time.
If you wish to follow this path, let yourself be led , do not wonder where you will get…and if you get lost , let yourself go , in the end you will find yourself .
Maybe in a different place and in a different time. Just as you were following Guatan Tavara.

Guatan Tavara is the road that leads you somewhere else. It begins where time ends and it ends where time begins. It is the road that goes nowhere and everywhere in the world. It might be anywhere and it might have been there since ages. Along Guatan Tavara you can meet characters who have never existed and you can also meet yourself. It goes through invented and unavoidable towns. Towns that are impossible and rooted in time.

Verso il lago inventato di Alma

Posted in Guatan Tavara, Strade inventate with tags , , , , , , , on marzo 11, 2010 by guatantavara

Tra tutte le creature inesistenti e inventate, Alma era l’unica ad avere carne, respiro e un lago tutto per sé,

incanto di luce filtrato in una fitta boscaglia popolata di anime brute, altra parte di uno specchio che all’improvviso smette di essere solo riflesso e comincia ad andare per suo conto

a volte sferzato, battuto e piegato dal vento

a volte dolce brezza che si piega in se stessa

Al lago di Alma si arriva solo da tempi contrapposti,

si giunge lì solo per cercarla, per sorprendersi di trovarla,

come partendo da un luogo in cui tutto deve ancora avvenire,

dove sarebbe impossibile incontrarsi

e, per questo, si torna indietro, dove non si è mai stati,

dove ha avuto inizio ogni assenza, e più indietro ancora,

fino al luogo dove sorgono gli incanti e si piegano alla volontà i pensieri,

dove, spietate, prendono forma le infatuazioni;

ed essere lì è come riprendere un cammino interrotto,

giungere in un luogo che ancora non esiste eppure dove si è già tante volte stati,

là dove sfumano in nebbia le lusinghe,

là dove tutto è disincanto, dove non si addomesticano più i sogni, dove le infatuazioni si liquefanno, e ancora più avanti,

fino ad afferrare – come tanti – un qualunque incontro, tagliargli le ali, metterlo in gabbia

fino a richiudersi muti a difesa di sé. Dove il lago di Alma finisce e comincia la notte del mondo

Viaggiando s’impara la saggezza

Posted in I nostri viaggi, Nord Africa with tags , , , , , on febbraio 2, 2010 by guatantavara

(Appunti e visioni di un viaggio in Marocco – Capitolo 6)

Viaggiando s’impara la saggezza, come se nelle terre d’altri scoprissi verità che i luoghi conosciuti ti negano da sempre

E’ lungo le strade di lingue che non capisci dove impari i suoni del mondo

Dove impari i colori dei pensieri

Viaggiando impari la saggezza, perché non senti altri che te stesso parlare al te stesso più lontano

al te stesso che non sentivi più

E’ lo stesso viaggio che non hai mai compiuto prima

fin a quando non hai saputo se andare o restare

e senza testimoni è la stessa anima che dissemina le strade di passi

come avanzi di memoria

intorno margini d’ombra

sei sorpreso dai tuoi novantanni
e se morto prima
morto come un uccello senz’ali
nei giardini dove il grido si infrange

e il volo era solo poco più in là
di un allungare di mani
chi a chiamarci?
quanti a trovarci?

muti inventari di cose
nei pomeriggi a scrivere versi

a inventare l’arte che semina amanti
che la luna diventa la Luna
genera storie
di genere in genere
mito

e la voce si esalta di parole
a gridare
Poi, l’invenzione ricade

un giorno che si mischia ai pensieri
e scriverlo è sempre più impuro
diventa voglia di andare

Così è la pigrizia
(e i cammei smarriti)
a riportarci sul margine delle strade
null’altro

così è l’abitudine
(e il tempo invaso)
a sbandierare sagome immote

sul profilo di incontri a due facce
(sulla terra arsa)

null’altro. null’altro

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Con l’immagine di una finestra che fa ombra a se stessa si chiude il racconto del mio viaggio in Marocco. Manca solo un omaggio a un luogo magico e irraggiungibile, che ora non dico, e che chissà quando metterò. Sarà solo un problema di ispirazione e voglia di scrivere. Che da un po’ vado cercando come un’anima migrante, come un pensiero errante, come un nomade che si perde nel tempo e si ritrova dentro la memoria

Sopravvivenze e solitudini

Posted in I nostri viaggi, Nord Africa with tags , , , , , on ottobre 5, 2009 by guatantavara

(Appunti e visioni di un viaggio in Marocco – Capitolo 5)

La storia che vi voglio raccontare oggi è una storia fatta di mille storie che nemmeno si conoscono l’un l’altra eppure sono vicine come sanno esserlo le vite di chi sopravvive o è solo.

Mille storie di sopravvivenze solitarie e di solitudini sopravvissute al quasi nulla che diventa un irraggiungibile tutto

Sopravvivenze

PARTE PRIMA
I luoghi dove i colori nascono

Questo è il luogo, nascosto tra le pieghe vergognose del mondo, dove davvero i colori nascono

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i colori che portiamo nei nostri giorni pieni e nulli,

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colori di cui nemmeno ci accorgiamo e meno che mai ci domandiamo

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e questi sono gli uomini che li fanno nascere i colori

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non si sa in che tempo siamo, nemmeno a entrarci dentro…

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fino a incontrare gli uomini che ai colori danno forma

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PARTE SECONDA
La giornata di un fuochista

La giornata di un fuochista nasce in mezzo al fumo nero che il vento spinge verso l’Algeria

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La giornata di un fuochista finisce in mezzo al fumo, che il vento stanco non sa più dove portare, e lascia lì, a intossicare le nostre anime inutili

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Solitudini

PARTE PRIMA
Io appartengo a questa terra

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Io appartengo a questa terra e questa terra mi appartiene

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Questa terra che mi dà da vivere e da morire

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questa terra che mi accompagna dalla mattina alla sera e ancora oltre, fino alla mattina dopo

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Io sono parte di questa terra e questa terra è parte di me

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questa terra è la terra dove camminerà con me il mio amico andato via

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colui cui nessuna terra potrà essere amica se non dove si è messo a riposare

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colui che nessuna terra potrà mai più calpestare, se non quella dei nostri cuori che lo cercheranno ancora

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PARTE SECONDA

Questa terra mi appartiene

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Questa terra mi appartiene eppure più non sento mia

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questa terra mi sfugge eppure mi rimane dentro

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come un volo di cicogna che più non faccio contro il vento ingrato del nord

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PARTE TERZA


Tutto quello che mi appartiene

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Questo è tutto quello che mi appartiene

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è la mia ricchezza che mi accompagna lungo il cammino

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o se mi fermo a cercare dove sono andato a finire

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nascosto tra le pieghe del mondo vergognoso

Lungo il ciglio del tempo

Posted in I nostri viaggi, Nord Africa with tags , , , , on settembre 11, 2009 by guatantavara

(Appunti e visioni di un viaggio in Marocco – Capitolo 4)

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Lungo il ciglio del tempo scorrono strade che si perdono dentro i volti infiniti della terra

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Lungo il ciglio del tempo scorrono vite che non sapevi vedere

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Lungo il ciglio del tempo vedi vite che non sai dove scorrono

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Attraversare il Marocco, lungo le sue strade blu, significa sorprendersi a fare un viaggio nel tempo,

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anzi in un luogo dove il tempo sembra quasi non esserci, non curarsi di te.

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E ti irride mentre ti scorre accanto, lasciandoti segni incancellabili come vene sottopelle.

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Come se ci fossero solo strade dove il tempo si ferma a rimirare un se stesso che non va mai via

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Sagome intraviste per un attimo, che corrono verso luoghi che non sapresti raccontare

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Sfuggenti come pensieri lungo il bordo della vita

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Sagome che si frappongono tra te e il tempo

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Sagome che si intravedono controluce, che a malapena emergono dal nulla

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spettatori improvvisati a guardarti passare. Non sai se più tua è la malinconia o loro la curiosità

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Finché non ti perdi di nuovo a cercarti, dove nessuno ti potrà ritrovare

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Scelsi di sorvolare il paesaggio

Posted in I nostri viaggi, Nord Africa with tags , , , on settembre 2, 2009 by guatantavara

(Appunti e visioni di un viaggio in Marocco – Capitolo 3)

Ci sono paesaggi che tolgono il fiato.

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Non ci sono parole per poterli scrivere

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se non quelle che la terra stessa scrive sui muri dei nostri ricordi.

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E’ come se nel disordine di un sogno si svelasse un volto che nessun altro vede oltre te,

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come se la nullità dei tanti sguardi che lo hanno violato

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si liquefacesse nella pienezza dei pochi che lo hanno goduto

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Scelsi di sorvolare il paesaggio per non turbare il sonno della brava gente, delle anime belle, dei pensieri fragili

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Scelsi di attraversarli dall’alto, i paesaggi del Maghreb, per non rovinarli col passo del viandante

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e non dissi più una parola, fino a che il viaggio non mi morì dentro

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restandomi per sempre negli occhi

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Chiaroscuro

Posted in I nostri viaggi, Nord Africa with tags , , on agosto 27, 2009 by guatantavara

(Appunti e visioni di un viaggio in Marocco – Capitolo 2)

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Uguali e contrari ai colori, i chiaroscuri che trovi lungo le vie di Casablanca, Rabat, Fès, Meknes e Marrakech ti abbagliano la vista e attirano i pensieri come la notte scura fa con i lampi. E ogni altra parola si oscura e svanisce. Restano solo ombre che si muovono come anime proiettate sui muri delle vite di strada.

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Le strade dove vivono i colori

Posted in I nostri viaggi, Nord Africa with tags , , on agosto 25, 2009 by guatantavara

(Appunti e visioni di un viaggio in Marocco – Capitolo 1)

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“Scelsi di attraversare il paesaggio sorvolandolo,
per non turbare il sonno pacifico della brava gente”

Tahar Ben Jelloun, La nuit sacrée

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Inizia qui un lungo racconto. E’ il mio viaggio in Marocco, anzi, attraverso il Marocco, anzi, sorvolando il Marocco, come nel racconto di Tahar Ben Jelloun.
Perché nel farlo, ho cercato e sperato di non turbare la vita pacifica, allegra e colorata di quelle terre. Alle volte le immagini si incontreranno con le parole, evanescenti e visionari appunti di viaggio, ma molto spesso le fotografie saranno sole a raccontare il viaggio, non riuscendomi spesso nulla da pensare e da dire, se non quello che vedevo.
La storia è divisa in capitoli, secondo il ritmo che la visione ha dato naturalmente al racconto. E le strade dove vivono i colori è stato il primo spunto che il Marocco mi ha offerto. A cominciare da un piccolo omaggio alle figure femminili, che ci apparivano come mai le avevamo immaginate.

Parte prima – Donne del Marocco

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Le strade dove vivono i colori sono piene di occhi che raccontano l’anima

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seguono il filo dei pensieri

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si mescolano al colore della vita

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le strade dove vivono i colori te le ritrovi a giocare a nascondino con il profilo del riconoscersi per quello che siamo dentro

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si riposano al caldo senso di calme interiori

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dove è la luce a seguire lo sguardo

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Parte seconda – I luoghi dei colori

I luoghi dove nascono i colori indicano la strada all’azzurro del cielo

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Parte terza – Le moltitudini

Le moltiduni hanno lo stesso peso specifico delle solitudini, tanto queste sono pesanti come il piombo dello stare soli in mezzo alla propria terra, quanto quelle sono anime leggere come piume, evanescenze che assieme formano il senso antico della comunanza

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è lo stesso sentire dell’affrontare assieme l’oceano che trovi in ogni luogo che si affacci sull’oceano.

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che sia all’Estoril o a Quiberon. O qui a Casablanca

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Fino ai giardini eterni dei silenziosi

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Parte quarta – Le forme che prendono i colori

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Lungo le strade dove vivono i colori incontri i luoghi dove i colori nascono. Lembi di spazi senza tempo, che pensi non esistano più

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e poi i colori nascono davvero e popolano di nuovo le strade e le botteghe della Medina di Fès

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e danno vita a tappeti stesi al sole

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Parte quinta – Frammenti di viaggio

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Così si chiude il primo capitolo delle strade dove vivono i colori. Nello stesso luogo dove si era aperto.

(un ringraziamento particolare va ad Hasan, la nostra guida marocchina, per la paziente traduzione Guatan Tavara – Arabo degli strampalati titoli di questi post)

Di là dal Nilo e tra gli alberi

Posted in I nostri viaggi, Nord Africa with tags , , , , , on ottobre 30, 2008 by guatantavara

L’Egitto scorre accanto al Nilo e si lascia guardare in silenzio come fosse fatto solo di memorie lontane.

L’Egitto lo vedi scivolare di là dal Nilo e tra gli alberi come un carillon senza musica.

Tra le tante strade che possiamo percorrere quella dello scivolare immobili e vedere la vita che ti scorre accanto è la strada che sento più vicina a me.

I colori sono caldi come oro e freddi come cieli senza atmosfera.

E la strada del fiume è come a riprendere se stessi

C’è un ponte bellissimo, lungo il Nilo, che si avvicina con la lentezza di una notte insonne.

Ci sono riflessi che si perdono dove non arriva nessuno sguardo.

Tramonti che si nascondono dietro le grazie assopite del passato.

Lingue di erba, sopravvissuta alla razzia del tempo.

Palme che ti ci perderesti dentro come un’avventura non cercata.

Ci sono colori che sembrano nuvole tuffate nel mare.

Algori di immobilità

Pastelli che colorano il calare della sera, come disegni fluorescenti

Di là dal Nilo ci sono alberi che formano oasi inaccessibili come i sogni dei bambini

Meraviglie che poi ti restano dentro negli inverni del cuore

Si incontrano villaggi che hanno i colori di circhi senza clown.

La sabbia gioca a confondere il blu profondo del mondo

Sembra il fondale di un teatro senza sipario

E il fiume diventa fuoco, come lava placida

Pensi al limo che leggevi sui sussidiari della terza elementare

Paesaggi che potrebbero vivere nei quadri di pittori inesistenti

Oscurità degne di altri mondi

Onde che ti accompagnano fino alla fine del viaggio

a salutare la piccola nubiana che ti guarda scomparire per sempre…

I♥NY

Posted in I nostri viaggi, Le nostre strade, USA with tags , , , on ottobre 2, 2008 by guatantavara

Non era NYC la città più lontana dal mio concetto di vita? Non erano le sue strade le fredde anonime larghe strade tutte uguali inutili opulente che detestavo? Avessi giocato a dadi con le strade del mondo, avrei dato il 6 alle vie che portano a Alice Springs, il 5 l’avrei assegnato alla spianata davanti a Ulan Bator (ci sarà una spianata davanti a Ulan Bator, no?), il 4 a Bukhara, il 3 magari alle strade che portano a Ushuaia, nel sud del mondo che più sud non può esistere e così via, assegnando pure qualche punticino alla salitella di Saracinesco, sperando di incontrare una delle circa 170 anime che ci vivono in santa pace… ma mai avrei pensato di dare più di zero alla Fifth Avenue, o al Ponte di Brooklyn… che tutt’al più mi ricordava la gomma da masticare.

E invece eccomi qui, a raccontare la notte per le strade di New York. A trovarle affascinanti come entrando nel set di vite così lontane dalle mie da sentirle come l’altra parte di me.

Per ora qui ci saranno solo le strade della notte e dei suoi colori, perché poi, quando farà giorno ci saranno tutti altri colori da raccontare

 

 

 

 

 

 

Per ora vi voglio raccontare la sfida al traffico ininterrotto per rubare qualche lampo di luce al buio

Le strade di New York sono ombre di pensieri in controluce

ricordi di scene inesistenti, che sappiamo essere ma non sappiamo dove.

l’anima nera di minacce che non sappiamo riconoscere (ricordate Duel?). Da vivere come dietro il palcoscenico in un teatro o, al contrario, come se fosse sospeso nell’aria, angeli cherubini in bilico alle porte dell’inferno.

Le strade di New York sono dense come anime da stringere nel buio

piene di segreti come corpi sconosciuti

scie che ti passano davanti come ombre cinesi sul muro dei pensieri

riflessi di ordinarie ossessioni

Sembra sempre di essere in attesa dell’invasione di ultracorpi

Non si dorme mai per le strade di New York, e il giorno è solo l’intervallo tra due notti.