L’Egitto scorre accanto al Nilo e si lascia guardare in silenzio come fosse fatto solo di memorie lontane.
L’Egitto lo vedi scivolare di là dal Nilo e tra gli alberi come un carillon senza musica.
Tra le tante strade che possiamo percorrere quella dello scivolare immobili e vedere la vita che ti scorre accanto è la strada che sento più vicina a me.
I colori sono caldi come oro e freddi come cieli senza atmosfera.
E la strada del fiume è come a riprendere se stessi
C’è un ponte bellissimo, lungo il Nilo, che si avvicina con la lentezza di una notte insonne.
Ci sono riflessi che si perdono dove non arriva nessuno sguardo.
Tramonti che si nascondono dietro le grazie assopite del passato.
Lingue di erba, sopravvissuta alla razzia del tempo.
Palme che ti ci perderesti dentro come un’avventura non cercata.
Ci sono colori che sembrano nuvole tuffate nel mare.
Algori di immobilità
Pastelli che colorano il calare della sera, come disegni fluorescenti
Di là dal Nilo ci sono alberi che formano oasi inaccessibili come i sogni dei bambini
Meraviglie che poi ti restano dentro negli inverni del cuore
Si incontrano villaggi che hanno i colori di circhi senza clown.
La sabbia gioca a confondere il blu profondo del mondo
Sembra il fondale di un teatro senza sipario
E il fiume diventa fuoco, come lava placida
Pensi al limo che leggevi sui sussidiari della terza elementare
Paesaggi che potrebbero vivere nei quadri di pittori inesistenti
Oscurità degne di altri mondi
Onde che ti accompagnano fino alla fine del viaggio
a salutare la piccola nubiana che ti guarda scomparire per sempre…