Lungo le strade dei Guanci – Capitolo 2 – El Médano
El Médano è il posto del vento forte. El Médano vuol dire duna di sabbia ma quello che resta nella memoria non è la spiaggia ma lo spumeggiare delle onde, racchiuso nella baia come un anello prezioso di opale, a contrasto con la terra scura della Montaña Roja.
Capitolo 2 – El Médano, il posto del vento forte
L’andirivieni verso riva delle creste bianche racconta del mare quello che la lava fa dei Vulcani attorno, quasi a voler dire al viaggiatore, non ti curare del forte vento, così come del sole che brucia la roccia,
perché se ti siedi a riva è grazie al vento che ti porto in dote il segreto dell’oceano e, onda innamorata, ti vengo a morire tra i piedi, per poi dai tuoi piedi rinascere e andar via per sempre.
Poco dietro le dune, subito a ridosso del mare, quasi a voler rappresentare la calma circondata dal caos, protetto dalla macchia atlantica, vigilato dalla Montaña Roja, depredato da minuscoli uccelli migratori, un sogno d’acqua a forma di lago offre allo sguardo un riposo dal mare e alla pelle un riparo dal vento.
Siamo dentro una Reserva Natural Especial ed è tutto un susseguirsi di desolazione e forza, memoria di un mondo puro ormai scordato e l’insistente ricordo dell’oceano che le onde offrono da lì dietro, appena oltre le dune. A due passi dalla quiete inventata del lago a forma di sogno.
Eccole di nuovo, le onde di El Médano.
Tormentano la scogliera e accarezzano la spiaggia, scherzando con i gabbiani e mescolando tutti i toni blu del mare come una tavolozza impazzita. Anche solo a sentirle, le onde dell’oceano, le riconosci a una a una e sai con che forza verranno a sbatterti contro. Ma non riesci nemmeno a spostarti e resti lì ad aspettarle. Amori sempre fedeli
A scoprirle a una a una e a rimetterle insieme sulla tavolozza impazzita, le gradazioni del mare sembrano arcobaleni d’acqua.
Sono strati di sogno che accompagnano il viaggio, come desideri di bimbi davanti alle bancarelle di dolciumi: creme caramellate, tamarindi, anici, mente, croccantini, zuccheri filati che ruberesti e nasconderesti nel posto più segreto del mondo. Magari nel posto del vento forte.
O nel blu dipinto di blu.
Il blu cantato è il cielo, ma il mare di El Médano se lo mangia il cielo e – seguace della sinistra hegeliana – diventa ciò che mangia, diventa blu, come un dipinto di blu della stessa tavolozza impazzita di tutte le altre sfumature del mare. E si vola nel mare di El Médano, si vola in alto, verso il blu del cielo e si cade giù, dentro il blu del mare, novelli Icari troppo vicini al sole e schiavi del vento
Basta girare lo sguardo dalla spiaggia di El Médano verso l’entroterra e ci si ritrova sull’altra faccia della luna.
Quel che resta del mare è il suono, ma tutti i suoi colori sembrano spariti, per lasciare il posto all’incantesimo dell’inospitale, lungo pianure arcobaleno che nascono dalla terra color caldo fuoco e si perdono nell’orizzonte color freddo azzurro. Territorio di un altro mondo, sconosciuto persino al sogno.
Lasciando El Médano resta per giorni il vento sulla pelle, il suono delle onde nelle orecchie, i colori del mare nello sguardo, qualcosa di imperscrutabile nella memoria, forse la vista della baia dalla Montaña Roja, forse solo il ricordo dei passi sulla riva. Con la certezza di stare per scoprire altre meraviglie…
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